BIOGRAFIA

Karen Horney psichiatra e psicoanalista, nata non lontano da Amburgo, nel nord della
Germania, viene allevata da un padre norvegese molto severo e da una madre  olandese
più liberale.
In questo ambiente la Horney vive forti tensioni che saranno poi il terreno di cultura per i suoi
futuri lavori.
Studentessa di medicina in Germania, sposa un compagno di studi nel 1909 con cui ha tre figli.
La sua vita personale ed emozionale vive già un grande stress intorno al 1915, anno in cui decide
di andare in analisi freudiana con Karl Abraham.
Ella stessa comincia a prendere alcuni pazienti nel 1919 e si associa alla clinica psicoanalitica di
Berlino fino al 1932, anno in cui la invitarono al Chicago Institute for Psychoanalysis.
Separata dal marito e sentendo l'atmosfera dell'Istituto clinico di Berlino troppo opprimente
partì per Chicago, anche per fuggire alle minacce del nazismo.
Nel frattempo, negli anni '20 aveva già cominciato a pubblicare una serie di articoli in cui metteva
in discussione i principi della teoria freudiana ortodossa.
E continuò la sua spesso solitaria lotta, in particolare per ottenere la distinzione tra le nevrosi
psicosessuali delle donne rispetto a quelle degli uomini.
Negli anni '30 sviluppò teorie sull'importanza dei fattori socioculturali nello sviluppo umano,
in opposizione a quelli puramente intrapsichici.
Teorie fino ad allora incorporate nella psicologia contemporanea, ma considerate eretiche
da molti freudiani.
Dopo due anni a Chicago, nel 1934 si trasferì a New York, dove aprì un suo studio mentre
insegnava alla New York Psychoanalytic Institute e alla New School for Social Research.
Presto abbandonò la cerchia dei freudiani ortodossi di lì e fondò insieme a Clara Thompson,
Erich Fromm e altri prominenti spicanalisti la Association for the Advancement 
of Psychoanalysis nel 1941.
Contemporaneamente fondò il proprio istituto e un giornale professionale, l'American Journal
of Psychoanalysis, del quale fu editrice dal 1941 al 1955.
Queste istituzioni divennero la base della sua corrente di pensiero comunicata sia dalle sue
affascinanti letture che da libri quali Our Inner Conflicts (I nostri conflitti interni) nel 1945 e
Neurosis and Human Growth (Nevrosi e sviluppo della personalità, la lotta per
l'autorealizzazione) nel 1950.
Una personalità chiusa, riservata, occasionalmente insensibile agli altri, rimase nella bufera
nei circoli psicoanalitici Internazionali e in particolare newyorkesi, ma negli anni che seguirono
la sua morte, venne a ragione riconosciuta come una delle più importanti figure nel movimento
psicoanalitico.

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